Daniele Giustolisi
Originario di Catania, Daniele Giustolisi è giornalista e vive a Bologna. Oltre a contributi di critica letteraria e d’arte, ha pubblicato in saggistica L’officina del vivere: attraverso il Diario di Angelo Fiore (Centro Studi Angelo Fiore, 2018) e Alla finestra. Sguardi, soglie, fratture (Industria&Letteratura, 2023); in poesia, Se scendevi per strada (Capire edizioni, 2019). Collabora con il Centro di poesia contemporanea di Catania ed è tra gli organizzatori dell’annuale Atelier delle arti di Castelmola. Musicista, batterista e percussionista, suona con musicisti in ambito folk,
afro, jazz e alt-metal.
Tu se scendevi per strada
era senz’altro per dilatare la vita
che ti sbatteva in faccia,
non per curvarti e perderti
i volti che ci passano accanto, bellissimi.
Ma la tua mano non trascorre
e Linate che si chiude su sopracciglia persiane
è l’ultima immagine che mi resta di te
nell’uguaglianza delle cose che confonde.
Le vetrate della Lidl, vedi,
sembrano mostrare, stasera, una Bologna di mille città
che scorrono dietro la cassiera,
dietro al suo guardare le albicocche
come alla vita di un figlio.
Sta come una superstite tra i superstiti.
Bisognerebbe avere cura di lei,
raccoglierli questi lampi di meraviglia del niente,
in questo vagare da orfani, ma di cosa?
Bisognerebbe innamorarsi e innamorarsi ancora.
Da “Se Scendevi per Stada”
Ancona è questo tempo che scioglie i pendii,
sei tu entrata al mattino
in un movimento d’alba,
quando agosto è l’acqua ferma del porto,
risveglio di tavolo, radio, pane,
la resa che s’innalza da terra,
la sua somiglianza alle vele,
a questa rotta adriatica
che della tua forma consegna il nome.