capezzuto martina

Non farti polvere – non ancora
fermati qui dove scende il buio
finché terra e cielo non sono uno
il mondo suona d’indaco la sera.

Lascia che l’istante passi e si consumi
che il confine si perda in un abbraccio
e che il ritmo scorrendo indifferente
ci separi dalla carne il cuore – lontano.

Breccia nel fiato – silenzio.

Geloso amante
di tutte quelle verità
a stento trattenute dallo sguardo
quando non è che un sipario
la palpebra, e l’occhio
la sala di un teatro che si svuota.

Sonno senza sogni – silenzio.

Con la nebbia nei campi
sale al cielo e poi torna
tra le lacrime e la pioggia

rapito da rivoli e gorgheggi
in strade senza uscita
e inferni abbandonati.

Pausa, cosa che non succede – silenzio.

Il suo passo – eco senza fine
travolge con forza di vento
spostando di ora in ora la lancetta

e il giro dell’orologio
è il girare a vuoto di una chiave
in vecchie cicatrici
che come serrature hanno blindato il cuore