Mikel Marini Doughty

IL ROSPO ALL’ESTUARIO
Trascinandosi col ventre in mezzo al fango
il rospo si fa strada e taglia la palude.
Poi l’occhio allenato ad inquadrare mosche
e a scorgere i lombrichi dagli anelli sottoterra
gli si restringe e chiude:
e la riva senza tronchi spalancata verso il mare
si apriva dando spazio al flusso che portava
fogliame e stecchi marci all’orizzonte.
Allora un vecchio incrocio di neuroni,
scintilla dell’istinto che ricorda i primi anfibi
che lasciarono gli abissi per nascondere le uova
nella sabbia, più sicura, senza sale, o predatori.
Di fronte alla salsedine all’estremo della foce,
gonfiò le guance e attese
un tempo più propizio,
tornando all’acquitrino, dai girini senza pelle.
KAMCHATKA
Penisola russa ben nota a tutti i giocatori di RisiKo!, comparsa nei notiziari a Ottobre 2020 per un disastro ecologico che ha catturato l’attenzione del pubblico. Hanno infatti fatto il giro del mondo le fotografie delle spiagge della regione ricoperte da una strana coltre biancastra: i cadaveri in putrefazione di migliaia di animali marini ammassati sulla riva.
Si apre confusa una distesa candido-luccicante,
ma sulla sabbia.
A malapena distinguevo
le dita dai tentacoli,
lische, capelli o pinne,
teschi con cozze, e la schiuma come coltre
rimaneggiarle in forme imputridite
al sole, coi parassiti
fatti di bolle.
Di tutta questa bianca morte
distratto hai colto con lo sguardo
salina la purezza
di tanta aridità, quasi di polvere
qualche conchiglia. Così vedesti
la fine delle fosforescenze
che si irradiavano gli abissi,
ammalianti per le prede illuminate
da così tanta luce;
e finalmente avevi visto esposti
all’aria e alle sue combustioni
gli intrighi deformi del mare,
splendidi a decomporsi
tra ciottoli e pallide alghe.
Poi presto avrebbero detto
che sarebbe stato un grande disastro:
ma per qualche tempo in quel luogo
anche di giorno fu colma la riva
di biancheggianti stelle marine.