Gianluca Furnari

Da Vangelo elementare (Raffaelli, 2015)

XXXI.

L’acqua era ovunque, sordida, battente:
l’avevano annunciata nella notte
le bocche adolescenti
dell’abbeveratoio tracimato.
Alcuni già l’avevano sentita
aprirsi come un pozzo
nel proprio corpo: l’acqua li ammalava,
non lasciava ferite,
in pochi giorni uscivano di vita.
Ma oltre i campi allagati, ai primi freddi,
sapevamo un sentiero degli ulivi
impraticato, nostro,
cinto da un vento assiduo,
che l’acqua non poteva sospettare.

XXXVII.

Noi ci saremo,
quando un’aurora nera avrà incendiato
le ultime reliquie della luce,
quando un corteo infinito fenderà gli spazi
dietro al cadavere del nostro Sole
e i suoi pianeti andranno come figli
disturbati (ma chi ti ha ucciso, padre?),
noi ci saremo.